800-215809. LIBRO BIANCO SUL TELEFONO DONNA DELLA PROVINCIA DI ASCOLI PICENO - ALBERTI VITTORIO; PETRUCCI MATTEO; LAZZARINI ROBERTA

800-215809. LIBRO BIANCO SUL TELEFONO DONNA DELLA PROVINCIA DI ASCOLI PICENO

ALBERTI VITTORIO; PETRUCCI MATTEO; LAZZARINI ROBERTA

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12,00
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Dettagli

  • Data di pubblicazione: 01/01/04
  • Prezzo di listino: 12,00
  • Disponibilità: Disponibile in libreria
  • ISBN: 9788887691214

Quarta di copertina

Rendere conto all'opinione pubblica qual è la realtà del Telefono Donna, un punto di ascolto del disagio, numero verde 800-215809, unico numero istituzionale del genere in tutta Italia, con una rete che copre tutto il territorio nazionale, è stata la molla che mi ha spinto a collaborare con Matteo Petrucci e Roberta Lazzarini alla stesura di questo volumetto. Esiste intorno a noi un mondo dolente, spesso invisibile, popolato da individui, quasi sempre donne o minori, che vivono in una prigione di sofferenza perché non sanno a chi ri volgersi per un aiuto che non sia solo di parole, ma pratico e risolutivo. Il disagio di chi soffre ci imbarazza, ci ferisce, ci mette in uno stato d'animo che destabilizza le nostre sicurezze: è per questo che non lo vediamo. È pur sempre preferibile pensare che tutto vada bene e che tra di noi non accadano avvenimenti violenti, spesso tragici, che vorremmo fuori dalla nostra realtà. Questo però non può e non deve farci ignorare che, al contrario, anche tra di noi, in provincia, accadono fatti che per la loro durezza hanno la necessità urgente di essere affrontati e risolti. Queste pagine non vogliono né choccare né risvegliare curiosità morbose; vogliono semplicemente sensibilizzare i lettori, risvegliare il loro senso di solidarietà, documentarli sulla nostra realtà, metterli a conoscenza che il welfare, in politica, è anche questo: ascoltare chi soffre e aiutarlo in modo pratico ed immediato. MARIA LUISA ALBERTI Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Ascoli Piceno Quando Maria Luisa Vittori mi raccontò dell'attività del punto di ascolto e del servizio informativo di un telefono del disagio rimasi turbato dalla violenza insospettabile e agghiacciante delle situazioni delle quali mi parlò. Le proposi inizialmente la realizzazione di un film documentario che attraverso le centinaia e centinaia di testimonianze offerte dai casi affrontati riuscisse a marcare una lontana e moderna linea di frontiera del nonluogo del margine, materialmente o mentalmente rifiutato e volutamente dimenticato dall'attuale società civile: le realtà prossime e verosimilmente vicine delle città e degli ambienti socialmente sconosciuti e ordinariamente e geograficamente non stigmatizza bili che entrano ogni giorno nei fili del Telefono Donna. Tuttavia, riflettendo sulle caratteristiche del materiale a disposizione da trattare e dover rendere filmico e documentaristico, mi resi conto che tutto ciò non avrebbe mai potuto funzionare per mille motivi. La necessità di raccontare questioni diversissime e complesse e i non pochi problemi sulla riservatezza dei dati mi avrebbero costretto a imporre alla forma audiovisiva e ai rinvii che lo stesso narrato avrebbe proposto nel suo dispiegarsi, degli artifici narrativi ed enunciati vi piuttosto esattamente associabili alla peggiore immondizia della fiction che ammorba il panorama televisivo italiano e credo mondiale. Tutto ciò con il rischio controproducente e imbarazzant